Se Dante piange, dove ch'el si sia
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Questo testo fa parte della raccolta Rime scelte di poeti del secolo XIV/Giovanni Boccacci
SOPRA LA LETTURA DELLA «DIVINA COMMEDIA»
CH’EI FECE NEL MCCCLXXIII
Se Dante piange, dove ch’el si sia,
Che li concetti del suo alto ingegno
Aperti sieno stati al vulgo indegno,
4Come tu di’ della lettura mia;
Ciò mi dispiace molto, nè mai fia
Ch’io non ne porti verso me disdegno;
Come che alquanto pur me ne ritegno,
8Perchè d’altrui non mia fu tal follìa.
Vana speranza e vera povertade
E l’abbagliato senno degli amici
11E gli lor preghi ciò mi fecer fare.
Ma non goderan guar di tal derrate
Questi ingrati meccanici nimici
14D’ogni leggiadro e caro adoperare.