Scritti vari (Ardigò)/Polemiche/La confessione/VI

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VI.

Dichiarazione ai lettori.


Quando abbiamo risposto al prete Ardigò (v. Favilla n. 217) abbiamo dichiarato finita la polemica con lui. Ora il sig. Ardigò nel rispondere alla lettera scritta e diretta a noi dall’illustre Luigi De Sanctis nuovamente ci insulta sfidandoci alla risposta.

Non sappiamo come il signor Ardigò si sia dimenticato che pochi giorni sono per mezzo di giornali è stato denunziato all’opinione pubblica come calunniatore di un uomo di cui non solo il nome impone ma che gode la stima e l’amicizia di quanti vi hanno in Italia letterati.

Questo è il sig. Luigi De Sanctis che ricacciando in gola la calunnia al reverendo Ardigò, terminava il suo articolo nell'Eco della Verità con le seguenti parole: Ricordatevi, signor prete professore, che il calunniatore è un vile, un infame!

Domandiamo cosa restava a fare per difendersi al nostro avversario?

O accettare il titolo di vile e infame calunniatore o smentire il corrispondente dell'Eco della verità trascinandolo alla sbarra degli accusati; ma vi era una difficoltà, cioè il corrispondente poteva avere nel suo portafoglio le firme dei testimoni che dinanzi ai tribunali avessero sostenuto la calunnia del poco reverendo, perciò accettando il titolo di vile e infame calunniatore non ne parlò e rispose invece alla lettera del signor De Sanctis con sonnifere risposte degne d’un prete-professore che dall’alto della [p. 79 modifica]sua cattedra nega l'esistenza del diritto canonico, ma che però dovendolo citare lo chiama Corpus Iuris credendo poter sostenere che il diritto canonico non esiste.

Domandiamo ai lettori coscienziosi che arti siano queste? ma noi ci siamo avvezzi da un pezzo.

Crediamo che non saremo biasimati se con tali personaggi tronchiamo ogni parola.

E. P.

(Dal n. 229, domenica 18 agosto 1867, della Favilla).