Scritti vari (Ardigò)/Lettere/3
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3.
L’Infallibilità. — Il signor professore sacerdote Ardigò ci invia la seguente lettera che volontieri pubblichiamo...
All’Onor. signor Direttore della «Gazzetta di Mantova»
Nella cronaca cittadina e provinciale del numero di ieri (209) della pregiatissima sua Gazzetta si leggono le seguenti parole: «Se non siamo male informati, il nostro clero in una adunanza espressamente tenutasi, avrebbe deciso che venendo da Roma l’ordine di pubblicare il nuovo dogma dell’infallibilità papale, prima d’ottemperarvi attenderebbe i voleri o i consigli dell’autorità politica, e procederebbe con essa d’accordo».
L’assennatezza e il patriottismo di tale decisione non abbisogna di illustrazioni: il nostro clero si mantiene fedele alle sue tradizioni.
Quando, dove, da chi si è fatta l’adunanza e per mandato di chi? Assennata quella decisione? A me invece sembra ridicola, per non dire altro, e solo propria, se fu fatta davvero, di quei preti che hanno l’uso comodo di far da liberali in pubblico e da clericali in privato. Io domando. I preti che hanno fatta quella decisione ci credono all’infallibilità o non ci credono? Se ci credono, non è assennatezza, ma viltà ed impostura far dipendere la loro adesione dal beneplacito del governo. Se invece non ci credono, perchè quella decisione equivoca, e non dichiararlo addirittura?
Io pertanto, non solo disdico ogni solidarietà coll’adunanza sopradetta, ma colgo volentieri l’occasione per dichiarare, che non accetto il dogma dell’infallibilità del Papa, e che io considero anzi come una vera stoltezza. E questa dichiarazione la faccio per ragioni che trovo nella mia coscienza e non per l’ossequio ad una autorità qualsiasi o ecclesiastica o civile. Perchè il patriottismo io lo faccio consistere, non nel dar ragione ai più o a chi ha il potere, ma nel dire schiettamente senza rispetto o paura di nessuno, quello che credo il vero.
La prego di inserire queste mie parole nel pregiato di lei giornale e di credermi
Mantova 2 settembre 1870.
suo devotissimo Prof. R. Ardigò
(Gazzetta di Mantova, 2 settembre 1870).