Scavi di Roma nel 1897
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APPUNTI
di
NUMISMATICA ROMANA
XLVII.
SCAVI DI ROMA NEL 1897.
Un bell’aureo, un bellissimo bronzo coloniale e due medaglioni di bronzo, uno infelice di conservazione, l’altro infelicissimo, ecco quanto mi pervenne di inedito da Roma nel corso del 1897; nè conosco altre novità colà ritrovate durante lo scorso anno, eccettuati tre o quattro aurei del secondo secolo che offrivano qualche piccola variante; ma che non mi fu dato d’acquistare.
AUREO D'AUGUSTO.
Dopo Cohen, N. 373.
R/ — P. PETRON · TVRPILIAN III VIR. Lira. (Tav. III, N. 1).
- Gr. 8.
L’esemplare noto di quest’aureo di Augusto e Petronio Turpiliano ha sempre la leggenda del rovescio: TVRPILIANVS III VIR. Aggiungerò poi come in quest’aureo, sia nel tipo generalmente conosciuto, sia nella variante ora descritta, la testa d’Augusto porti sempre la corona civica e non quella d’alloro, particolare che non fu avvertito nè da Cohen, nè da Babelon e neppure dal microscopio indagatore dell’amico Bahrfeldt!
BRONZO COLONIALE D'AUGUSTO.
R/ — AVGVST · in una corona d'alloro. (Tav. III, N. 2).
- Peso gr. 15,500.
Il bronzo mi sembra nuovo — io almeno non ne trovo una descrizione — ma è difficile attribuirlo con sicurezza a una città o colonia determinata, non portando alcuna indicazione speciale, né alcuna nota caratteristica che lo indichi prodotto in una data officina. Come tipo di fabbrica presenta una certa somiglianza coi medaglioni romani coniati nell’Asia Minore, e con molta probabilità si può ritenere che in quei paesi abbia avuto la sua origine.
SESTERZIO DI VESPASIANO.
Dopo Cohen, N. 316.
R/ — LIBERTAS PVBLICA S C. La Libertà a sinistra col berretto e lo scettro.
(Tav. III, N. 3).
Dalla descrizione non risulta che una lieve differenza di leggenda nel dritto di questo sesterzio; ma la differenza più notevole sta nella disposizione della leggenda stessa, la quale, pur essendo una delle più lunghe che circondino la testa di Vespasiano, è contenuta in un cerchio assai più piccolo del solito, e le lettere sono di conseguenza assai più minute che in qualunque altro sesterzio. Si osservi difatti alla tavola e, confrontando il dritto del bronzo descritto con un altro qualunque di Vespasiano, di cui ho appunto messo a riscontro un esemplare (N. 3 a), si vedrà come tutto all’ingiro della leggenda esista un contorno libero, tanto che sulle prime si direbbe che la moneta sia stata prodotta da due conii ibridi, uno di gran bronzo pel rovescio e uno da medio bronzo pel dritto. Il rilievo della testa però è precisamente quello massimo dei sesterzi, ed anche il peso della moneta vi corrisponde esattamente, essendo di 27 grammi.
MEDAGLIONE DI BRONZO O DOPPIO SESTERZIO
DI FILIPPO FIGLIO.
Dopo Cohen, N. 51.
R/ — PONTIFEX MAX TR P V (all' ingiro) COS MI P P (all'esergo). I due Filippi in quadriga trionfale a sinistra (anno 248 d. C).
(Tav. IV, N. 4).
- Diam. mill. 41, peso gr. 50,500.
Questo bel medaglione di Filippo Figlio ci offre un rovescio affatto inedito, riferentesi certamente alle feste pel millenario di Roma, come lo indica la data del medaglione stesso. Il peso è esuberante pel doppio sesterzio, mentre sarebbe ancora più scarso per un sesterzio triplo, come quello del padre Filippo che descrissi lo scorso anno1 e il cui peso era di gr. 69. E però da considerarsi che il medaglione è a due metalli e quindi un maggior peso deve compensare il minor valore della parte in rame, onde raggiungere il valore di due sesterzi.
Peccato che all’interesse del medaglione non corrisponda la conservazione, la quale, discreta al rovescio, è invece deplorevole al dritto.
MEDAGLIONE DI BRONZO O DOPPIO SESTERZIO
DI TREBONIANO GALLO.
Dopo Cohen, N. 81.
R/ — VOTA AVGG. Treboniano Gallo e Volusiano davanti a un tempio a quattro colonne sacrificanti su di un'ara che sta fra di loro. Ciascuno degli imperatori è coronato da una Vittoria che gli sta di dietro. Al secondo piano due altre figure.
Diam. mill. 37, peso gr. 47.
Il medaglione è a due metalli. Nuovo per la leggenda del rovescio, esso assomiglia per la rappresentazione a quello descritto da Cohen al suo N. 78 colla leggenda FORTVNAE REDVCI. Sventuratamente la conservazione ne è tanto infelice e ai guasti del tempo si sono così accanitamente aggiunti quelli d’una mano selvaggia per terminare di sciuparlo, che non oso neppure darne la riproduzione.
Nel medaglione furono praticati quattro fori posti quasi a quadrato poco distanti dall’orlo e un quinto solco vi è praticato obliquamente nel centro; quest’ultimo non trapassa il bronzo come i primi quattro, ma arriva solo a poco più di metà dello spessore. Posseggo un sesterzio di Nerone malmenato nell’identica maniera, e tale coincidenza mi fa supporre che quei fori vi siano stati praticati per uno scopo determinato, probabilmente onde ridurre il pezzo a servire per un giuoco speciale.
Note
- ↑ Appunti di Num. Rom., N. XL. Scavi di Roma negli anni 1895-96. Vedi Riv. Ital. di Num. 1896.