Scaldò col guardo angelico e celeste
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Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/Versi morali e sacri
xvi
in morte di peccatrice convertita
Scaldò col guardo angelico e celeste
costei gran tempo i piú gelati amanti;
indi il petto ammollí de’ piú costanti
con le parole accortamente oneste.
E quanti cori, pria miseri, in queste
sommerse di lascivia onde spumanti,
tante poi trasse in porto anime erranti
da le piú fiere e torbide tempeste.
Ed ecco alfin tra ’l sempiterno riso
scossa si sta de la terrena salma,
giá donna in terra, or diva in paradiso.
Lá, cinta il crin di gloriosa palma,
calca quel Sol, che somigliò col viso;
gode quel Dio, che sospirò con l’alma.