Santippe/A chi leggerà

A chi leggerà

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Santippe I

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A CHI LEGGERÀ.

Questo piccolo romanzo non è stato scritto per gli eruditi, benchè parli della Grecia; e sebbene parli di un filosofo, non è stato scritto per i filosofi.

Si intitola bensì con il nome di Santippe, un nome di donna infamata nei secoli; e si potrebbe pensare che l’autore avesse avuto in mente di servirsi di Santippe, moglie di Socrate, come di un laido pupazzo per ripetere vecchie e sgarbate cose contro le donne: le quali cose, anche se fossero verità, sarebbero pur sempre [p. viii modifica]verità maschili, a cui è lecito opporre altre verità, femminili. E poi quale irriverenza è mai questa di dir male della donna che è l’anfora della vita?

No, il libro non ha questo scopo; forse non ha scopo nessuno; è venuto al mondo, così, come noi veniamo al mondo, senza scopo.

La sua prima pubblicazione è stata nella Nuova Antologia, nella primavera dell’anno passato; così che si può dire che Giovanni Cena la tenne a battesimo, questa povera Santippe. In questo tempo però si è fatta più sciolta e vivace; cioè il libro è divenuto più facile e snello. [p. ix modifica]

Però, se pure essendo tale, se pure essendo breve, non si ripeterà di lui la brutta lode, si legge tutto d’un fiato; se molte cose che comunemente si credono serie, faranno sorridere; e molte altre cose ritenute ridicole indurranno ad alcuna meditazione, il piccolo libro crederà non del tutto inutile la sua venuta al mondo. Anzi crederà di essere anche lui venuto al mondo per amare e servire Iddio.


Milano, primavera del 1914.