Saggi poetici (Kulmann)/Parte seconda/Canzonetta del barcajuolo

Parte seconda - Canzonetta del barcajuolo

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CANZONETTA DEL BARCAIUOLO

Nel mio battello entrate,
     O timidetti amanti!
     Fu spesso l’Oceàno
     Ricovero d’Amor.
5Dirovvi ciò che udito
     Ho nell’età mia tenera
     Narrar dall’avo antico,
     E l’avo dai maggior.
Un giorno a ciel sereno
     10Ed alle placid’aure
     Amor in gondoletta
     Vezzosa entrò nel mar.
Spaziosa è la barchetta
     Non più che il fu sua cuna,
     15È porpora la vela,
     I remi lucid’or.
Gode, vedendo il giuoco
     Delle leggiadre bende,
     Della variata vela,
     20Il giovine nocchier.
Ei con uguali scosse
     Fendea le garrul’onde,
     Ed opponea la vela
     Dell’aura allo spirar.
25Dalla fatica esausto
     E dal calor del sole
     (È pur bambin), al sonno
     Egli soggiace alfin.
Il sole di repente
     30Con nuvole si cuopre,
     Ed orrida tempesta
     Sconvolge tutto il mar.
Si vedono due navi,
     L’una con Tirie vesti
     35E Arabici profumi
     E mille verghe d’or;
L’altra ripiena d’armi
     Con che, per soggiogare
     Paese a lui mal noto,
     40Correa crudo guerrier.
Trabalza l’un’e l’altra,
     Come foglia leggeri,
     Gran tratto il vento, e poi
     Le spezza con furor.
45Sen van tesori e nauti
     Nel tenebroso abisso,
     I fracassati avanzi
     Cuoprono il vasto mar.
Ma pur quell’onde irate
     50Rispettano lo schifo
     D’Amore, e l’un all’altra
     Sel dan di mano in man.
E l’ultima lo posa
     Pian piano sovra ’l lido,
     55L’attornia di conchiglie,
     Cavate in sen del mar.
Affin ch’Amor, svegliato,
     Non pianga nel vedersi
     Lontano dalla madre,
     60Ed abbiasi un trastul.
Nel mio battello entrate,
     O timidetti amanti!
     Fu spesso l’Oceàno
     Ricovero d’Amor.