S'eo vidi mai zovene corpo umano
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Questo testo fa parte della raccolta XX. Messer Niccolò Rosso
XXXII
Riprende dei suoi vizi un amico.
S’eo vidi mai zovene corpo umano
cum senno e valor, de vicio nemico,
eo me credea trovar cului, ch’eo dico:
4avvegna ch’el pensier di zò sia vano.
Per che vertú da sé lo fa luntano,
si come avaro di bontá mendico,
ché ne l’altrui adverso non è amico:
8anzi, s’él serve, spera a man a mano.
Sonetto, e’so che nuli’altro messo
a quel, de cui parlo, mi fa besogna,
11che udendoti saprá ben ch’igli è desso.
E forsi che fra si ne avrá vergogna:
possa li conta che più porto affanno
14del suo fallo, che di verun mio danno.