S'è d'Eva e d'Adam tutto
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COME L'UOMO DEE CONSERVARE IN SÈ LA LIBERTÀ
S’è d’Eva e d’Adam tutto
Genere uman venuto;
Questo ond’è proceduto
Che l’un uom sie signor, l’altro suggetto?
5Poi son d’un arbor frutto,
Perchè l’un vil tenuto,
L’altro è gentile avuto?
Mostrasi che dal vil nacque il difetto.
Seguendo i vizi, fe l’uom sè minore
10E degno di sua perder libertate;
Chè in seguir voluntate
S’acquista quell’ond’uom è dispettato:
Divenne chi ragion seguì, signore,
E fu principio di nobilitate.
Dir altro è vanitate,
Ch’uom per lignaggio sia nobilitato.
Chi di nobil discende,
Se sia uom d’esser vile,
Avrem tal per gentile?
Non già; ma per villan di servir degno.
Se di villan discende
E tien nobile stile,
Direm grosso il sottile?
Non tragga arcier in van, se vede ’l segno,
S’è con virtù saver, fa gentilezza:
Dal senno acquista l’uom discrezïone;
E bona operazione
Move dalle virtù che l’uom possede:
Perch’uom sia saggio, se virtù disprezza,
È, di suo esser non gentil, cagione.
Non fa servo ragione,
Ma vizio che dal cor villan procede.
Non seguisse altro bene
Del viver con virtute
Che fuggir servitute,
Dovrìesi far, per tal non portar soma.
Qual uom servo diviene,
Sua perduta ha salute;
E sono a nulla avute
L’opere sue, se raddoppiasse Roma.
Chi perde libertà, perde tesoro
La cui valuta non si può stimare,
Perch’è di tale affare
Ch’ogni altra è, comparando a sè, nïente.
Per quante ha ’l mondo gemme pietre et oro
Non si porrìa d’uom libertà comprare;
Puossi ben racquistare
In alcun caso, quando ’l cor l'assente.
In tre modi è l’uom senza
Libertà possedere:
L’uno è, quando volere
Vince ragion, la qual, se vuol, racquista:
L’altro è maggior potenza
Che trapassa ’l dovere;
E ’n ciò si vuol tenere,
Seguendo tempo, modo opera e vista:
E 'l terzo è donna avere in compagnìa;
Ma questo è da voler, poi Dio comanda
Che l’uom suo seme spanda,
Acciò che, l’uom morendo, l’altro vaglia.
Vero è che un giocolar cantar solìa
— Tal uom presenta che non sa che manda; —
Ma chi mangia vivanda
Ne sente il ver, se non sapor l’abbaglia.
Chi con virtute è saggio,
Non da ragion si parte;
Ma suo voler diparte
Da ogni disïar fuor di misura;
Altrui non fa oltraggio;
Mostra di sè dar parte.
Ma non s’obbliga in carte;
Passa col tempo, mentre vita dura.
S’obbliga sè compagno sino a morte,
Poichè sua vede libertà perita,
In tal dimostra vita
Quanto suo senno trapassando vale;
Se nel combatter più si trova forte,
Rabbraccia e tien la gioi’ ch’avea fallita.
Ben sia state fornita,
Non pasce petrosello ogni animale.