Rivista di Scienza - Vol. II/Année psychologique
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L’Année psychologique. (1907). — H. Poincaré, «La rélativité de l’espace». Afferma che lo spazio deve intendersi come relativo in più sensi, anzitutto perchè non vi è modo di fissare in esso una posizione assolutamente fissa, poi perchè certe dimensioni potrebbero variare simultaneamente senza che ci fosse dato di accorgercene. Così p. es., secondo l’ipotesi di Lorentz-Fitzgerald, tutte le lunghezze si troverebbero contratte nel senso della traslazione dei corpi, senza che le esperienze ottiche o meccaniche possano mai rivelarci codesta contrazione. La relatività dello spazio può essere intesa in un senso anche più largo; «l’espace est en réalité amorphe et les choses qui sont dedans lui donnent seules une forme».
[A questa conclusione avemmo già occasione di contrapporre una critica di ciò che è lo spazio, per la quale si mostra che lo spazio significa soltanto «l’insieme di certi rapporti fra i corpi». Da tale punto di vista l’agnosticismo, accolto dal Poincaré, non ha più ragion d’essere, poiché manca l’oggetto assoluto, inconoscibile, ch’egli contrappone al relativo sensibile. L’ipotesi di Lorentz-Fitzgerald è un puro artificio analitico per eliminare quell’assoluto che è stato introdotto alle basi della teoria elettro-magnetica postulando un etere immobile; al qual postulato si riattaccano tutte le deduzioni concernenti la possibilità di mettere in evidenza il moto assoluto, che le esperienze ottiche hanno sempre smentito].