Rime varie (Alfieri, 1903)/XXXVII. O leggiadro soave e in terra solo

XXXVII. O leggiadro, soave, e in terra solo

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XXXVII. O leggiadro, soave, e in terra solo
XXXVI. Che feci oimè da que' begli occhi un fiume XXXVIII. Vaghi augelletti che tra fronda e fronda

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XXXVII.

O leggiadro, soave, e in terra solo,
Viso che in ciel s’invidierìa fors’anco;
A dir di te il mio stil vieppiù vien manco,
Tal sovr’ogni beltade innalzi il volo:

Già tue angeliche forme infra lo stuolo
Posto m’avean di quei, che il viver franco
Non chiaman vita; e il trar dall’egro fianco
Sospiri ognora, non l’estiman duolo.

Che fu poi quando sotto tali spoglie
Sì schietto un cor, così sublime un’alma
Trovai, discesa dall’eteree soglie?

Oh quanto men di mia terrestre salma
Carco vado, in amar donna che coglie,
Pria di virtù, poi di beltà la palma!