Rime varie (Alfieri, 1903)/CXCVI. Oh stolta in ver mia giovenil baldanza

CXCVI. Oh stolta in ver mia giovenil baldanza

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CXCVI. Oh stolta in ver mia giovenil baldanza
CXCV. Chi 'l crederia pur mai che un uom non vile CXCVII. Madre diletta mia deh non ti piaccia

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CXCVI.

Oh stolta in ver mia giovenil baldanza,
Che acciecata la mente un tempo m’ebbe!
Error, che a molti innanzi a me già increbbe;
Credersi in Pindo aver secura stanza.

Deh, quanto ancor dell’aspra via m’avanza
Che a corre il vero alloro guidar debbe!
Aspra più all’uom, quanto in più fama ei crebbe,
Caldo il cor di tenace alta costanza.

Ben non so s’io di Cirra ebro, o d’orgoglio,
Fossi il dì che stampai tragici carmi,
Di cui più ch’altri io stesso, e invan, mi doglio:

Ma immaturi eran certo: onde a scolparmi,
Sudo or sovr’essi; e o dargli il fuoco io voglio,
O trargli a tal d’esser scolpiti in marmi.