Rime varie (Alfieri, 1903)/CLVIII. Io credea ch'oltre l'Alpi ambo tornati

CLVIII. Io credea, ch'oltre l'Alpi ambo tornati

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CLVIII. Io credea, ch'oltre l'Alpi ambo tornati
CLVII. Solo fra i mesti miei pensieri in riva CLIX. Scevro di speme e di timor languisco

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CLVIII.

Io credea, ch’oltre l’Alpi ambo tornati,
Donna mia, noi vivremmo uniti in pace;
Ma i riguardi, già tanti, or raddoppiati
Trovo; e quindi il dolor vie più mi sface.

Dunque disgiunti ancora, e allontanati
Sarem da dura opinïon mendace,
Per cui vengon dal mondo ognor biasmati
Gli stessi error, che tutto giorno ei face?

Oh me infelice! che quanto più t’amo
Di vero e forte amor, tanto più deggio
Negarmi sempre ciò che sempre io bramo;

Tua dolce vista; oltre cui nulla io chieggio.
Ma, non sa il volgo, a cui mal noti siamo,
Che il cor tuo puro è d’onestade il seggio.