Rime varie (Alfieri, 1903)/CLIX. Scevro di speme e di timor languisco

CLIX (1785). Scevro di speme e di timor, languisco

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CLIX (1785). Scevro di speme e di timor, languisco
CLVIII. Io credea ch'oltre l'Alpi ambo tornati CLX. Mesto son sempre ed il pianto e la noja

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CLIX (1785).

Scevro di speme e di timor, languisco,
Come in torpida calma inerte giace
Nave, che dianzi a fronte d’ogni risco
Le tempeste del mar sfidava audace.

Viver m’e’ noja, e romper non ardisco
Pure il mio stame, che ogni dì si sface;
Ma non è solo di natura il visco
Quel che mi tien con nodo sì tenace:

Amor di tempo in tempo a me si mostra,
Quasi incerto, lontano, e cieco lume
Ad uom smarrito in sotterranea chiostra;

E vuol che il mio sperar, di nuove piume
Armato, rieda col timore in giostra;
E ch’io frattanto in pianger mi consume.