Rime di Argia Sbolenfi/Libro secondo/Mentre partono

Mentre partono

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MENTRE PARTONO



Tu che aprendo il mercato alla menzogna
               Alto salir potesti,
E che senza pietà, senza vergogna,
               4Vivo, di noi ridesti,

Or nella tomba dormirai contento,
               Buon vecchio di Stradella,
Che accompagnar solevi al tradimento
               8L’arte di Pulcinella.

Dormi, buon vecchio, ormai dimenticato
               Dai servi e dai rivali,
E sogghigna se ’l puoi. T’han perdonato
               12I morti di Dogali.

A ben più grave e più feroce guerra
               L’Italia è condannata;
Nuovo sangue latin beve la terra
               16Dell’Eritrea bruciata.

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Nuove vittime ancor di rei consigli
               Cadran sull’arse arene
E nuove madri cresceranno i figli
               20Per ingrassar le iene!

Lascia, scarno villan, lascia il sudato
               Solco a te non diviso.
Tu non devi morir dove sei nato,
               24Dove amor t’ha sorriso.

La gentil civiltà de’ tuoi signori
               Ti spinge alla battaglia.
Va, povero villano, uccidi e muori:
               28Dopo, avrai la medaglia.

E mentre i legulei ti lauderanno
               Con sonanti parole,
Oh, come l’ossa tue biancheggieranno
               32Gloriosamente al sole!

Sulla sabbia deserta e funerale
               Rotoleranno al vento,
Ma in qualche trivio della Capitale
               36Sorgerà un monumento,

Su cui tra i bronzi falsi e le sculture
               Dell’arte a buon mercato
Sarà il tuo nome, o buon villan, se pure
               40Non l’han dimenticato.

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Piange intanto colei che la tua culla
               Vegliò amorosa e forte:
Piange le tristi nozze una fanciulla,
               44Le nozze con la morte.

Ma il padre invece, al ciel rivolto il ciglio,
               Giunte le palme grame,
Dice: — Beato te, povero figlio,
               48Che non avrai più fame. —