Rime di Argia Sbolenfi/Libro primo/Si descrive un vago desio
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SI DESCRIVE UN VAGO DESIO!1
Condannata da l’empio destino
a l’iniquo mestier della cuoca,
io compongo vicino a la fuoca2
4i miei deboli versi d’amor,
e l’imago d’un giovin divino
m’apparisce a gli sguardi incantati;
sento l’orma de i passi adorati
8echeggiarmi ne ’l vergine cor!
Quant’è bello il diletto garzone
cui le grazie fan lungo corteo!
Rassomiglia a Giulietta e Romeo
12che la penna de ’l Tasso cantò!
È robusto sì come Sansone,
è più forte di Tirsi e d’Orlando,
e se snuda il durissimo brando
16qual mai donna resister ci può?
Vieni meco, mio energico amico,
ch’io ti stringa in un morbido amplesso!
Tu sei bello, sei forte, sei desso,
20il marito che innanzi mi sta!
Ma chi rompe l’imene pudico,
ma chi turba il mio sogno fremente?
È mio padre che grida furente:
24«La brasadla la pòzza d’strinà!»3
(Pensata nella domestica cucina |