Rime di Argia Sbolenfi/Libro primo/La ballata del Re Moro
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LA BALLATA DEL RE MORO
Tra le palme del deserto
C’è un magnifico castel,
Ch’è impossibile di certo
4Di trovarne uno più bel.
Ivi tien la sua dimora
Di quei popoli il signor.
Egli è bello e giovin, fuora
8Che ha il difetto d’esser mor.
Stando assente dal paese
D’una vergin s’invaghì.
Era bella e bolognese,
12E difatti la rapì.
Ma suo padre, ahi sorte dura!
Che mandarla giù non può,
Si rivolse alla Questura
16Che due guardie ci mandò;
E alla patria abbandonata
La volevan trascinar,
Ma la bella innamorata
20Non voleva ritornar,
E rivolta al suo diletto
Ci diceva: «o bel re mor,
Fa il piacere, tienmi stretto,
24Non lasciarmi con costor!
Deh, non fia che il fato amaro
M’allontani dal tuo sen!
Ah, difendimi, mio caro,
28Che ti voglio tanto ben!»
Ma il re moro pensieroso
Resta muto sul sofà
E un pensiero mostruoso
32Nello sguardo e in cor gli sta!
Poichè il moro non risponde
Sta la bella in oppression;
Straccia via le chiome bionde
36E si butta in ginocchion.
E poi fece tante cose,
Disse, pianse e supplicò....
Ma quel porco non rispose,
40Stette zitto e la piantò!