Rime (Vittoria Colonna)/Sonetto XLVIII
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Sonetto XLVIII
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SONETTO XLVIII.
Q
uesto nodo gentil, che l’alma stringe; Poichè l’alta cagion si fè immortale,
Discacciò dal mio cor tutto quel male,
Che gli amanti a furor spesso costringe. 4
Tanto l’immagin false or non depinge
Amor nella mia mente, nè m’assale
Timor; nè l’aureo, nè ’l piombato strale
Tra freni, e sproni or mi ritiene, or spinge. 8
Con salda fede in quell’immobil stato
M’appresenta il mio lume un bel pensiero
Sopra le stelle, la fortuna, e ’l fato. 11
Nè men sdegnoso un giorno, nè più altero
L’altro; ma sempre stabile e beato,
Questo Amor, ch’ora è il fermo, il buono, e ’l vero. 14