Rime (Vittoria Colonna)/Sonetto XLII

Sonetto XLII

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SONETTO XLII


Si; large vi fu il ciel, che ’l tempo avaro,
   Bench’ ognor più s’ affretti, men divora
   L’ opre vostre, Signor, ma d’ ora in ora
   Scorge cagion di farvi eterno e raro.
Posto il contrario suo col bianco a paro
   Si manifestan più gli estremi all’ ora;
   Così i fatti d’ altrui men belli ancora
   Fanno il vostro valor sempre più chiaro.
Si scorge un error quasi in ogni effetto
   D’ ingegno, o forza in altri, che raccende
   Nei saggi petti ognor la vostra gloria.
Per proprio onor ciascun alto intelletto
   Farà dell’ opre vostre eterna istoria;
   Perchè chi men le loda, men l’ intende.