Rime (Vittoria Colonna)/Sonetto XCVIII

Sonetto XCVIII

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SONETTO XCVIII.


S
pense il dolor la voce, e poi non ebbe

     Per sì bella cagion lo stile accorto,
     Ma dell’error palese ascosa porto
     La cagion, poscia al cor tanto ne increbbe.4
E ’l tristo canto, che col tempo crebbe,
     Più noja altrui, ch’a me stessa conforto
     Credo, che porga; ed al vero vien corto,
     Che per lo suo miglior tacer dovrebbe.8
Nè giova a me, nè a quel mio lume santo,
     Che al suo valor, ed al tormento è poco,
     Quanto può dir chi più Elicona onora.11
Tempo è, ch’ardendo dentro ascoso il foco,
     Mai sempre sì di fuor rasciughi il pianto,
     Che sol d’intorno al cor rinasca e mora.14