Rime (Vittoria Colonna)/Sonetto CXII
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Sonetto CXII
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SONETTO CXII
V
eggio al mio danno acceso e largo il Cielo, E al mio giusto desio sdegnoso e parco,
E del gran mal, c’ho sempre il petto carco,
Mostro la minor parte, e l’altre celo. 4
Nè spero omai, ch’al variar del pelo,
Girando il dì, ch’a mio mal grado varco,
Cangi l’alma lo stile, o ’l grave incarco,
Men nojoso sopporti il mortal velo. 8
Beata lei, che con un fuoco estinse
L’altro più interno, e dall’ardita Morte
Fu ’l martir lungo in sì brev’ora spento. 11
Ma timor dell’eterne fè più corte
Le pene sue; lo mio furor distrinse
Maggior paura, e non minor tormento. 14