Rime (Vittoria Colonna)/Sonetti spirituali/Sonetto XLV
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Sonetto XLV
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SONETTO XLV
S
pero che mandi omai quel saggio eterno Signor, ver noi sol per pietade irato,
Il santo fulgor suo dal Ciel turbato
In questo cieco lacrimoso verno,4
E percota la pietra, u’ per governo
Del mondo ha ’l sacro suo tempio fondato:
E sparga poi d’intorno in ciascun lato
Fiamme divine il suo bel foco interno.8
E dal gran colpo quei, che non ben saldi
Su vi s’appoggian, forse allor cadranno
Nel mar de’ lor desii, freddo ed oscuro:11
E gli altri, che vi son già fermi e caldi
Del vivo ardor, che non consuma, avranno
Modo d’arder più chiaro, e più sicuro.14