Rime (Vittoria Colonna)/Sonetti spirituali/Sonetto LXXXVI

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SONETTO LXXXVI


Tra gelo e nebbia corro a Dio sovente
   Per foco e lume, onde i ghiacci dissolti
   Siano e gli ombrosi veli aperti e tolti
   Da la divina luce e fiamma ardente;
E se fredda ed oscura è ancor la mente
   Pur sono i pensier tutti al Ciel rivolti,
   E par che dentro in gran silenzio ascolti
   Un suon che sol ne l’anima si sente
E dice: «Non temer, che venne al mondo
   Gesù, d’eterno ben largo ampio mare,
   Per far leggiero ogni gravoso pondo;
Sempre son Tonde Sue più dolci e chiare
   A chi con umil barca nel gran fondo
   De l’alta Sua bontà si lascia andare».