Rime (Vittoria Colonna)/Sonetti spirituali/Sonetto CLXVII

Sonetto CLXVII

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SONETTO CLXVII


N
on si può aver, credo io, speme vivace

     De le promesse eterne, se un timore
     Qual fredda nebbia intorno al nostro core
     S’oppon sovente all’alta ardente face;4
Nè fede, per la cui luce in verace
     Gioia si vive, ed opra per amore,
     Sentendo spesso un vil grave dolore,
     Che ne perturba ogni amorosa pace.8
Queste umane virtuti, e voglie, ed opre
     Fanno simil a lor, che sono un’ombra,
     Che per varia cagion varia l’effetto;11
Ma se lume del Ciel chiaro si scopre,
     Arma di fede e speme in modo il petto,
     Che dubbio, tema, e duol da noi disgombra.14