Rime (Vittoria Colonna)/Sonetti spirituali/Sonetto CLXIV

Sonetto CLXIV

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SONETTO CLXIV


O
h quanto il nostro infermo lume appanna

     La nebbia rea delle speranze insane!
     Non ebbe mai, mentre durò ’l suo pane,
     La gente Ebrea dal ciel divina manna.4
Il simil, mentre l’uom si strugge e affanna
     In cercar le ricchezze e glorie umane,
     Fermando l’occhio in queste luci vane,
     Col suo proprio desir se stesso inganna.8
Convien, qual peregrin sciolto e leggiero,
     Gir con l’opre amorose, e con la mente
     Fedele e salda al glorioso albergo.11
Allor luce verrà, che non consente,
     A cui la scorge, unqua volgersi a tergo,
     Ma andar innanzi, ov’è giunto il pensiero.14