Rime (Vittoria Colonna)/Sonetti spirituali/Sonetto CLXIII
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Sonetto CLXIII
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SONETTO CLXIII
D
ivino spirto, il cui soave ardore Ne infiamma, e col gran Padre in dolce modo
Per mezzo del Signor nostro ad un nodo
Lega l’alme ben nate in vero amore;4
Tante grazie, e non più può darti il core,
Quanto lume riceve, e quel sol lodo,
Che (tua mercede) intendo, e mentre godo
Del foco sacro tuo, ti rendo onore.8
Io per me sono un’ombra indegna e vile,
Sol per virtù dell’alme piaghe sante
Del mìo Signor, non per mio merto, viva;11
Egli giusta mi rende, sciolta e priva
Del vecchio Adamo; e tu mio caro amante
Rendimi ognor più accesa, ognor più umile.14