Rime (Tassoni)/Sopra un avaro ricco
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Sopra un avaro ricco
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XXV
Sopra un avaro ricco.
Questa mummia col fiato, in cui natura
l’arte imitò d’un uom di carta pesta,
che par muover le mani e i piedi a sesta
per forza d’ingegnosa architettura,
di Filippo da Narni è la figura,
che non portò giammai scarpe né vesta
che fosser nuove o cappel nuovo in testa,
e centomila scudi ha su l’usura.
Vedilo col mantel spelato e rotto,
ch’ei stesso di fil bianco ha ricucito,
e la gonnella del piovano Arlotto.
Chi volesse saper di ch’è il vestito,
che giá quattordici anni ei porta sotto,
non trovería del primo drappo un dito.
Ei mangia pan bollito
e talora un quattrin di calde arrosto
e il Natale e la Pasqua un uovo tosto.