Rime (Tassoni)/Ma il segretario suo, ch'era un baccello
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Ma il segretario suo, ch'era un baccello
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XXIV
Ma il segretario suo, ch’era un baccello,
e pretendea gran cose in poesia,
l’abbandonò in Parigi in sul piú bello
e lasciò al Ceva la segreteria:
poi, quando il vide col papal mantello,
subito si pentí de la follia
e venne a Roma a far questa faccenda,
ma giá la sua fortuna era in commenda.