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Rime d'amore

XLVIII

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XLVIII

Lontana da lui, vive nel pianto.

     Come l’augel, ch’a Febo è grato tanto,
sovra Meandro, ove suol far soggiorno,
quando s’accosta il suo ultimo giorno,
move piú dolci le querele e ’l canto,
     tal io, lontana dal bel viso santo,
sovra il superbo d’Adria e ricco corno,
morte, téma ed orror avendo intorno,
affino, lassa, le querele e ’l pianto.
     E sono in questo a quell’uccel minore:
che per quella, onde venne, istessa traccia
ritorna a Febo il suo diletto olore;
     ed io, perché morendo mi disfaccia,
non pur non torno a star col mio signore,
ma temo che di me tutto gli spiaccia.