Rime (Stampa)/Rime d'amore/XLIII
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Gaspara Stampa - Rime (XVI secolo)
◄ | Rime d'amore - XLII | Rime d'amore - XLIV | ► |
XLIII
«Odio chi m’ama, ed amo chi mi sprezza».
Dura è la stella mia, maggior durezza
è quella del mio conte: egli mi fugge,
i’ seguo lui; altri per me si strugge,
i’ non posso mirar altra bellezza.
Odio chi m’ama, ed amo chi mi sprezza:
verso chi m’è umíle il mio cor rugge,
e son umil con chi mia speme adugge;
a cosí stranio cibo ho l’alma avezza.
Egli ognor dá cagione a novo sdegno,
essi mi cercan dar conforto e pace:
i’ lasso questi, ed a quell’un m’attegno.
Cosí ne la tua scola, Amor, si face
sempre il contrario di quel ch’egli è degno:
l’umil si sprezza, e l’empio si compiace.