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Rime d'amore

LXXXVII

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LXXXVII

Si lusinga d’essersi liberata da Amore.

     Prendi, Amor, i tuoi strali e la tua face,
ch’io ti rinunzio i torti e le fatiche,
le voglie a’ propri danni sempre amiche,
la guerra certa e la dubbiosa pace.
     Trova un novo soggetto e piú capace,
cui ’l tuo foco arda e la tua rete intriche,
ch’io per me non vo’ piú che mi si diche:
— Questa per altri indarno arde e si sface.—
     Io son dal grave essilio tuo tornata,
e son resa a me stessa, e non men pento,
mercé di lui che m’ha la via mostrata.
     E ne’ miei danni ho pur questo contento,
ch’almen, s’io fui da te sí mal trattata,
alta fu la cagion del mio tormento.