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Rime d'amore

CLXXXVIII

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CLXXXVIII

Timori e speranze.

     Quasi vago e purpureo giacinto,
che ’n verde prato, in piaggia aprica e lieta,
crescendo ai raggi del piú bel pianeta,
che lo mantien degli onor suoi dipinto,
     subito torna languidetto e vinto,
sí che mai non si vide tanta pièta,
se di veder gli usati rai gli vieta
nube, che ’l sol abbia coperto e cinto;
     tal la mia speme, ch’ognor s’erge e cresce,
dinanzi a’ rai de la beltá infinita,
onde ogni sua virtute e vigor esce.
     Ma la ritorna poi fiacca e smarrita
oscura téma, che con lei si mesce,
che la sua luce tosto fia sparita.