Rime (Guittone d'Arezzo)/Tuttor ch'eo dirò gioi, gioiva cosa
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Guittone d'Arezzo - Rime (XIII secolo)
Tuttor ch'eo dirò gioi, gioiva cosa
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Perché chiamerá «gioia» la sua donna.
Tuttor chʼeo dirò gioi, gioiva cosa,
intenderete che di voi favello,
che gioia sete di beltá gioiosa
e gioia di piacer gioioso e bello:
5e gioia in cui gioioso avenir posa,
gioi d’adornezze e gioi di cor asnello;
gioia in cui viso è gioi tant’amorosa,
ched è gioiosa gioi mirare in ello.
Gioi di volere e gioi di pensamento
10e gioi di dire e gioi di far gioioso
e gioi d’onni gioioso movimento.
Perch’eo, gioiosa gioi, sí disioso
di voi mi trovo, che mai gioi non sento,
se ’n vostra gioi il meo cor non riposo.