Rime (Gianni)/Rime incertamente attribuite/Pelle chiabelle di Di', non ci arvai
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XX.
Pelle chiabelle di Di’, non ci arvai,
poi che feruto ci hai l’omo di Roma! −
− Io son da Lucca! Che di? che farai?
Che porto cosse a vender una soma.
5− Poi te, gaitivo, u’ dì, unde vai?
Entro ’ngn’Arezzo a vender queste poma.
Questa ’scina comprai da berlettai
entro ’n Pistoia e fei tonder la chioma.
Deh, che ti dea ’l malan’, fi’ de la putta!
10Ch’a Firenze n’ha serique a danaio
ed ancor più e giugne tu, mellone!
A le guagnele! caric’è ’l somaio,
e porta a Siena a vender cheste frutta
14si fuoron colte di buona stagione!
Questo sonetto resta adesp. nel Chig. l. viii, 305; fu edito quindi diplomaticamente dal Monaci e dal Molteni, poi dal D’Ancona nel suo studio Cecco Angiolieri e di alcuni umoristi senesi, in Studi letterari, Bologna, Zanichelli 1882, p. 178. Col nome di Lapo resta nel Laur. xl. 49, nel Panciatich. 24 (88-iii, 26) e nel Moüch. i, di cui le varianti diede il D’Ancona. Avverto poi che i compilatori dell’indice dei Cod. Panciatichiani, fasc, i, p. 32-37, non furono esatti attribuendo questo son. all’Angiolieri, poichè il cod. lo reca fra rime del Gianni, la prima delle quali soltanto porta il suo nome. Senza entrare a discutere sui dialetti toscani che vi si riscontrano, diamo le varianti di C. L. M. e D’Anc.:
1. L. 1. Per le chiabel; M. per lo ch.; 2. L. 1. ci a; M. ci ha l’omo; 3. C. dalluccha; L. 1. M. e che fai; 4. L. 1. cheo; M. che ho cocorse; 5. M. L. 1. Dei te cattivo ud. di come vai; 6. L. 1. Ent. ognorezzo; 7. C. scina; comperai; L. 1. questasina; 9. C. malanno; L. 1. che detedeal; 10. M. na serqua; 11. L. 1. giugnati un; M. giungneti un; C. a giugne tu mellone; 12. M. vanzeli cariche ’l 13. L. 1. M. queste; 14. M. bona.
[Sonetto comune che segue questa forma:
ABAB − ABAB − CDE − DCE].