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     5− Poi te, gaitivo, u’ dì, unde vai?
Entro ’ngn’Arezzo a vender queste poma.
Questa ’scina comprai da berlettai
entro ’n Pistoia e fei tonder la chioma.
     Deh, che ti dea ’l malan’, fi’ de la putta!
10Ch’a Firenze n’ha serique a danaio
ed ancor più e giugne tu, mellone!
     A le guagnele! caric’è ’l somaio,
e porta a Siena a vender cheste frutta
14si fuoron colte di buona stagione!


Questo sonetto resta adesp. nel Chig. l. viii, 305; fu edito quindi diplomaticamente dal Monaci e dal Molteni, poi dal D’Ancona nel suo studio Cecco Angiolieri e di alcuni umoristi senesi, in Studi letterari, Bologna, Zanichelli 1882, p. 178. Col nome di Lapo resta nel Laur. xl. 49, nel Panciatich. 24 (88-iii, 26) e nel Moüch. i, di cui le varianti diede il D’Ancona. Avverto poi che i compilatori dell’indice dei Cod. Panciatichiani, fasc, i, p. 32-37, non furono esatti attribuendo questo son. all’Angiolieri, poiché il cod. lo reca fra rime del Gianni, la prima delle quali soltanto porta il suo nome. Senza entrare a discu-