Rime (Andreini)/Sonetto XXVII
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto XXVII
◄ | Madrigale X | Sonetto XXVIII | ► |
SONETTO XXVII.
Q
Uì solitaria vivo: se pur vita Colei può haver, da cui fugge lontana
La gioia: mentre Amor di voglia insana
Nutre sua fè mal nota, ò mal gradita.
Ma che fai meco più speme schernita?
Di consolarmi ogni fatica è vana.
Per tue lusinghe il tristo cor non sana,
E ’ntempestiva homai giunge ogni aita.
Troppo acute saette in me disserra
L’aspro dolor, che’n disusata foggia
Mi strugge l’alma: e sol di pianto hà sete.
Deh segua almen, che la continua pioggia,
Ch’amarissima ogn’hor lumi spargete
Termini un dì sì perigliosa guerra.