Rime (Andreini)/Sonetto XXV
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Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto XXV
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SONETTO XXV.
G
Ià vidi occhi leggiadri, occhi, ond’Amore M’incende, in voi bella pietà scolpita
Che dolce lusingando al mio dolore,
Al mio fido servir promise aita.
Hor veggio (lassa) il troppo folle errore
D’ingannato pensier, d’alma tradita;
Veggio, che discacciata (ohime) dal core
La pietade ne gli occhi era fuggita.
O sospirati in van dolci riposi
Quali havranno i miei giorni hore tranquille?
Qual guiderdone i miei martiri ascosi?
Deh potessero almeno in voi le stille
De l’amaro mio pianto occhi amorosi
Quel, che possono in me vostre faville.