Rime (Andreini)/Sonetto LIV

Sonetto LIV

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Sonetto LIII Canzonetta morale III

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Q
Ual Fenice sarà, che l’auree piume

Battendo, fia d’avvicinarsi ardita,
     O degna senza tua benigna aìta
     De la tua gloria al fiammeggiante lume?
Scorgonsi alzati oltre l’human costume
     Tuoi chiari pregi sì, ch’ogni spedita
     Lingua, ogni mente al fin trà via smarrita
     Resta; nè d’ir tant’alto unquà presume.
E chi fù mai, che per virtù fuggito
     Da la rapacità de gli anni avari
     Centurion qual tè splendesse in terra?
Per essempio felice altrui t’addito
     Contr’al furor, che Morte empia disserra.
     Da tè dunque eternarsi ogn’alma impari.