Rime (Andreini)/Sonetto CLXXXVII
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Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto CLXXXVII
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SONETTO CLXXXVII.
N
Emico Amor anco à miei danni sorgi? Ah non sia ver. deh per pietà mi presta
Signor aìta, e da sì rèa tempesta
Al porto di salute homai mi scorgi.
Sò, che del frale mio poter t’accorgi,
Che schivar non potrà quel, che m’appresta
Danno Fortuna al ben oprar molesta,
Se benigno tua destra à me non porgi.
Con le lagrime accuso il fallir mio,
E seguir ti vorrei, ma lusingando,
Il Mondo, ancor fà, ch’io mi volga indietro.
Sì contrario è l’effetto al mio desìo;
Perisco (ohime) terreno ardor mirando
Se ’l bramato soccorso io non impetro.