Rime (Andreini)/Sonetto CLXXXV
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Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto CLXXXV
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SONETTO CLXXXV.
S
E per quelli salvar, ch’errar vedesti, Se per campargli da l’eterna morte
Senza partir da la celeste Corte
Signor per tua pietà frà noi scendesti;
Quel sangue prezioso, che spargesti
Tragga me da le vie fallaci e torte;
E mi richiami à più felice sorte,
Anzi che di mia vita il fin s’appresti.
E come da gli altrui devoti preghi
Mosso, chiamasti del sepolcro fuori
O gran Figlio di Dio Lazaro estinto.
Così la tua pietade hoggi non nieghi
Di chiamar lo mio cor per morte vinto
Da la Tomba infelice de gli errori.