Ricordi storici e pittorici d'Italia/Prefazione

Prefazione

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Ricordi storici e pittorici d'Italia L'Isola d'Elba

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Ferdinando Gregorovius, uno fra quei molti eruditi tedeschi, i quali si dedicarono con tanto amore allo studio delle cose nostre, abitò lunghi anni fra noi, per raccogliervi i materiali, ed acquistarvi le cognizioni richieste alla compilazione della pregevole sua Storia della città di Roma nel Medio Evo. Desso visitò tutta quanta l’Italia, per così dire palmo a palmo, e nello scopo di distrarsi da studi più seri, e di far conoscere le bellezze naturali, e la storia della Penisola a suoi connazionali, dettò il risultato di parecchie fra le sue escursioni, rannodando alla descrizione delle località da esso visitate, i principali fatti storici che a quelle si riferiscono.

L’opera sua ebbe molto incontro in Germania, dove in breve tempo ne vennero fatte due edizioni. Forse gl’Italiani troveranno in essa alcuni dei difetti, che, per differenza di carattere nazionale, siamo [p. 7 modifica]portati a rinvenire soventi nei libri tedeschi, di una prolissità alquanto soverchia in alcune parti, di qualche ripetizione, di qualche riflessione per avventura talvolta alcun poco ingenua, non che di quelle digressioni astratte e metafisiche, le quali vanno tanto a sangue di quei nostri buoni vicini, che fummo lieti, e ci affrettammo di tutto cuore a chiamare fratelli, non sì tosto (e credo sia stato pure per il loro meglio) rivarcarono le Alpi; digressioni che noi Italiani non arriviamo sempre a comprendere (e per conto mio ho dubitato più di una volta, non le comprendano poi sempre gli stessi Tedeschi) e per le quali abbiamo poco genio, anche quando arriviamo a capirle. Ma per altra parte i Ricordi storici e pittorici del signor Gregorovius (titolo che ho dato al suo libro, essendo pressochè intraducibile quello originale di Wanderjahre) offrono tutti i pregi che sempre si riscontrano nei libri tedeschi, e fra gli altri quelli di un culto coscienzioso per il vero, per l’onesto, per il bello: di una erudizione soda, sicura, profonda; di un gran senso per le bellezze naturali, che noi non apprezziamo abbastanza, forse per la ragione che le abbiamo di continuo sott’occhi; ed inoltre quelle pagine rivelano nell’autore tanto affetto per l’Italia, che a mio avviso dovrebbe bastare questo pregio, [p. 8 modifica]indipendentemente da tutti i loro altri meriti positivi a rendere accetta e gradevole la lettura agl’Italiani, a cui in ogni caso non potrà a meno di tornare istruttiva.

Questa lusinga fu quella che mi spinse a tradurre i Ricordi del signor Gregorovius, ed a publicare la mia versione; ed ora che viene alla luce altro non mi rimane a desiderare che di non essermi ingannato nella mia supposizione.



Augusto di Cossilla.