Ragguagli di Parnaso (Farri)/Centuria prima/Ragguaglio VIII

Ragguaglio VIII

../Ragguaglio VII ../Ragguaglio IX IncludiIntestazione 15 marzo 2015 75% Da definire

Centuria prima - Ragguaglio VII Centuria prima - Ragguaglio IX
[p. 32 modifica]

ASINO D’ORO DI APULEIO,

& Asinaria di Plauto si dogliono appresso Apollo

della molta severità usata da’ padroni

loro nel batterli, & hanno

poco grata risposta.


RAGGUAGLIO VIII.


A
GLI otto del corrente il celeberrimo Asino d’oro d’Apuleio, e la famosissima Asinaria di Plauto comparvero avanti la Maestà di Apollo; al quale a nome di tutta la spetie de’ Somari unitamente dissero, che se quegli animali dal genere humano meritavano trattamenti migliori, che erano di poca spesa, e di molto utile; eglino più di qual si voglia altra bestia con grandissima ragione potevano dolersi de’ Padroni loro. Percioche se bene nella casa de’ loro Signori con le perpetue loro fatiche sostenevano il peso della notte, e del giorno, e per lor vitto si contentavano di un poco di canna foglia, e dell’acqua, e con un tantino di crusca facevano il loro Carnevale; che nientedimeno dall’ingratitudine, e dalla crudeltà de’ padroni loro con tanta indiscretione venivano trattati, che gl’infelici erano divenuti miserabile spettacolo d’ogni più brutto strapazzo. E che con l’humiltà di un proiettissimo servigio non essendo venuto lor fatto di [p. 33 modifica]addolcire gli efferati cuori de’ loro Signori humilissimamente supplicavano sua Maestà a degnarsi, che alle Asinine miserie, se non punto fermo, si facesse almeno qualche virgola, comandando à’ loro Padroni, che verso creature di tanto merito esercitassero se non la gratitudine, almeno l’humanità. A questi rispose Apollo, che la severità, che i padroni usavano verso i Somari, della quale essi tanto si rammaricavano, non dalla nativa crudeltà loro, poi che niuno si trovava, che odiasse l’utilità del suo patrimonio, ma che tutta era cagionata dalla portentosa pigritia, e dalla mostruosa stupidezza de’ Somari; per li quali bruttissimi mancamenti i Padroni erano forzati a furia di bastonate spingerli à far quel lavoro, ch’essi non haveano spirito di far da loro stessi con la propria vivacità dell’ingegno. E che quei, che delle crudeltadi, che vedevano usar contro qual si voglia, volevano far esatto giudicio, facea bisogno, che non tanto havessero riguardo al genio di colui, che usava la severità, quanto alla qualità de’ costumi di chi si doleva di essere mal trattato.