Raccolta di proverbi bergamaschi/Agricoltura, economia rurale
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Agricoltura, economia rurale
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AGRICOLTURA, ECONOMIA RURALE.
Aqua e sul, la campagna la vé de gul — Acqua e sole, la campagna viene di volo — cioè la vegetazione prospera assai.
A roncà e a fabricà no s’sa mai i danér che gh’va (Ang.) — A dissodare ed a fabbricare non si sa mai quanto denaro occorra.
A san Martì l’è vèć töt ol vi — A san Martino è vecchio ogni vino (Tosc.) — ma i migliori bevitori sogliono dire:
A san Martì stópa ’l tò ’i, e a Nedàl conmensa a tastàl — A san Martino (11 nov.) stoppa il tuo vino, ed a Natale (25 dic.) comincia ad assaggiarlo.
As’ conòs l’erba da la soméssa — Ogni erba si conosce al seme — e figuratamente si dice per dire: Dalle opere si conosce quel che l’uomo vale.
Ca face e ciós desfàć — Casa fatta e terra sfatta — Insegna a comperare case in buon essere e campi trasandati.
Chi no sgoba de stàt, d’invèren al sa cicia i onge — Chi non lavora d’estate, d’inverno si succia le unghie — cioè non ha da mangiare. Chi dorme d’agosto, dorme a suo costo, dicono i Toscani; e nei proverbi di Salomone si legge: Qui stertit æstate filius confusionis.
Chi nó somna, nó regói — Chi non semina, non ricoglie — e dicesi anche figuratamente.
Chi öl fa öna bona caalerada, per san Marc la séa nada — Chi vuole il buon bacato, per san Marco (25 aprile) sia nato — ed i Toscani dicono anche: A san Marco il baco a processione.
Chi öl ü bu aér, i la piente de zenér — Chi vuole un buon agliaio, lo ponga di gennaio.
Confurma s’ somna, as’ regói — Come si semina, si ricoglie — e figuratamente: Come farai, così avrai.
Da la paia al ligàm al crès la fam — Dalla paglia al legame cresce la fame — cioè nel tempo vicino alla messe suole crescere il prezzo del pane. Gli Spagnuoli dicono pure: Entre gavilla y gavilla, hambre amarguilla.
Da san Simù e Giüda la raa l’è marüda; marüda o da marüdà la raa l’è da strepà — A san Simone e Giuda (28 ottobre) la rapa è matura, matura o da maturare la rapa è da strappare.
De san Péder al s’à de scond ol poléder — A san Pietro (29 giugno) vi si ha da nascondere il poledro. Verso la fine di giugno il grano turco deve essere tanto alto da potervisi nascondere un poledro.
Dóe passa la ciòca, nas la pagnòca — Dove passa il campano, nasce il grano (Tosc.).
Dopo san Martì, l’erba l’è dol bezzì — Dopo san Martino (11 nov.) l’erba è dell’agnellino — Lo dicevano i nostri pastori per significare che dopo san Martino potevano liberamente pascolare dovunque.
Fa m’ póera, che t’ faró réc — Fammi povera, ti farò ricco — I Toscani dicono anche: Ramo corto, vendemmia lunga. In generale, potando corto, le viti si conservano lungamente, e si hanno migliori vini.
Làssem la mé erba, che t’ lasse la tò merda — Lasciami la mia erba, ed io ti lascio la tua merda — Questo proverbio accenna all’utilità dei sovesci. Essa dipende dal fatto che talune piante posseggono meglio di tali altre la proprietà di assorbire molte materie alimentari dall’aria e forse di promovere la decomposizione più rapida degli elementi mineralogici del suolo (Stef. Palma, Vocabolario dell’Agricoltura).
L’erba catìa la stanta a mör — L’erba cattiva difficilmente muore — Dicesi anche figuratamente.
Ol fèć al tempesta mai — L’affitto non grandina mai — È provento sicuro. I Francesi dicono pure: Il ne grêle point sur le loyer.
Ol paisà fać cassadùr al trascüra i sò laùr — Il contadino fatto cacciatore trascura i suoi lavori.
O rüghem, o rüdem — O smuovimi, o dammi concime — Così dice il terreno all’agricoltore.
Ràr in del càp, spès in del stegnàt — Rado nel campo, spesso nel paiuolo — e i Toscani: Il grano rado non fa vergogna all’aia.
Se se n’ völ caà, bisogna dàghen — Se ne vogliam cavare, bisogna dargliene — S’intende del concime; Chi cava e non mette, le possessioni si disfanno.
Tèra nigra fa bu fröt, tèra bianca guasta töt — Terra nera dà buon frutto, terra bianca guasta tutto — e i Toscani: Terra nera buon grano mena; terra bianca tosto stanca.
- V. Meteorologia.