Qui, dove il Cacciator, che mai non langue
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Orazio Petrochi
VII1
Qui, dove il Cacciator, che mai non langue,
Stende intorno le reti, e poi s’appiatta
O di retro ad un sasso, o in quella fratta,
Nulla o spine temendo, o morso d’angue;
5Qui fu la terra di Latino sangue
Dal valoroso Enea purpurea fatta,
E con pallida fronte, e contraffatta
Qui giacque Turno freddo tronco, esangue.
E se i Cultor di mezz’estate ignudi
10Fendono il suolo: ecco in orribil vista
Ossa, più che cimier, saette, e scudi.
Oh di regnare ingorda voglia, e trista!
Mirate o Geni sanguinosi, e crudi,
Per quale strada il vostro onor s’acquista!