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Dal valoroso Enea purpurea fatta,
E con pallida fronte, e contraffatta
Qui giacque Turno freddo tronco, esangue.
E se i Cultor di mezz’estate ignudi
10Fendono il suolo: ecco in orribil vista
Ossa, più che cimier, saette, e scudi.
Oh di regnare ingorda voglia, e trista!
Mirate o Geni sanguinosi, e crudi,
Per quale strada il vostro onor s’acquista!
VIII1
Eppur la cruda ingiuriosa Etate
Al Lazio tutto acerbamente infesta,
Di Tullio al nome ossequiosa arresta
L’invido morso, e le sue forze usate.
5Vedi fra cento altere opre lodate,
Che qui già furo, come innalza questa
Sua mole in aria la superba testa,
E sprezza i venti, e le procelle irate.
E il tempo stesso, che pietoso siede
10Sull’alta cima, e contra sè le giura
Dopo mill’anni, e mille eterna fede;
All’empio Antonio la crudele, e dura
Morte rampogna, e al Ciel vendetta chiede
Per l’estrema di Roma aspra sventura.
IX2
Nettuno un dì, che diroccate in parte
Vide le Terme spaziose, e belle,
Onde la grande Augusta oltre le stelle
Andò chiara e superba in mille carte;
5A sè chiamando in la segnata parte
Le minacciose torbide procelle,
Queste riprese in volto irato, e quelle,
Che avean sul lido l’ampie moli sparte.
- ↑ Torre detta di Cicerone, che ancor si vede.
- ↑ Terme di Faustina.