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E dove fra scoscesi ermi dirupi
Scarsa per lei cibare erba verdeggia;
5Qui dove raro avvien, ch’orma si veggia
D’uman vestigio, ma solovaste rupi
S’alzano, ed antri solitari e cupi,
Qui fu d’Ascanio la famosa Reggia?
Ed Alba è questa? E quinci venne il fiero
10Popol di Marte, che sì chiaro in guerra
Su quanto il Mar circonda ebbe l’impero?
Ahi tempo, ahi tempo! E qual sarà qui in terra
Cosa, che duri con piè saldo e intero,
Se tu, bella Città, giaci sotterra?
VI1
Qual Uom se ’n va talor, cui di repente
Strano prodigio appare, o cosa vede,
Che i sensi frali, e la credenza eccede,
Talchè si muove appena, e si risente:
5Tal me ’n vò se fermo, e ben sovente
Soglio fermar, l’Appia mirando, il piede,
E per spazio lunghissimo non crede
L’occhio a sè stesso, e la stupita mente.
E mentre osservo le reliquie intorno,
10Reliquie eccelse, che rimangon fuora,
E fanno il Piano, e fanno il Colle adorno;
Oh quanto maestosa, esclamo allora,
Quanto o bell’Appìa sarai stata un giorno,
Se han maestà le tue ruine ancora!
VII2
Qui, dove il Cacciator, che mai non langue,
Stende intorno le reti, e poi s’appiatta
O di retro ad un sasso, o in quella fratta,
Nulla o spine temendo, o morso d’angue;
5Qui fu la terra di Latino sangue