Questioni Pompeiane/Si è mai rinvenuto alcuna cosa di credenza Cristiana?
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Si è rinvenuto finora alcuna cosa di cristiana credenza in Pompei?
A dar una giusta risposta a tal domanda converrebbe aver atteso a tutto ciò che si è finora disotterrato in Pompei: ma niun può rispondere delle scoperte antecedenti, cioè di tutti i particolari, fino alle iscrizioni graffite sì numerose in tutte le pareti, e che sono state finora con tanto danno quasi del tutto inavvertite. Manca l’esame delle suppellettili, delle quali molta parte è ammassata nei magazzini, manca la lettura del giornale degli scavi, donde si potrebbe almeno avere una imperfetta descrizione di essi. Non v’ha poi un esatto registro di tutte le leggende parietarie dipinte a pennello, che non basterebbe neanche di aver copiate dai primi intonachi; costando a me per esperienza, che caduti questi, altre epigrafi sottoposte sono venute a luce, non copiate affatto da veruno prima di me, e l’ha dimostrato anche la scoperta, che vi ho fatta dell’intera leggenda ORO VOS FACIATIS, e posso aggiungere, che tutta quasi quella via mi ha dato leggende nuove, e di non mediocre utilità, siccome appare da quel frutto che ne ho tratto nell’articolo intorno all’Ambulazione di Pompei. Dopo tale protesta, dico, che io son ben sicuro esservi stati Cristiani in Pompei, siccome non poteva mancarvi un numero di Ebrei in luogo sì centrale di commercio. Preveggo ancora, che si potrà avere più luce in tale quistione, quando perverrassi alle parti della città più ignobili, e verso il Sarno, ove, avrebber dovuto abitare gli Ebrei, ai quali gli Apostoli recavano ordinariamente la buona novella, e per loro mezzo anche ai proseliti, onde si propagava fra gentili la notizia della redenzione. Credo di aver letto su di una parete in lettere greche alcuni nomi evidentemente orientali, ed asiatici si, che possono convenire anche ad Ebrei, ed Ebrei credo indicati nella voce VERPVS, che leggesi in un programma LOLLIVM D.. VERPVS ROGAT, che confronto ad un’epigrafe dipinta: IAM DOCVI FELICES VERPI (cf. Iuven Sat. XIV, v. 99, 104 e lo scoliaste, Marziale VII, ep. 81 XI, ep. 95.); e paragono al fullo, allo studiosus, al pistor, che, come ho detto più avanti, hanno la forza di plurale.
Una lucerna, che gli Ercolanesi dicono scoperta in Pompei nel giorno ultimo di gennaio del 1756 (Antichità di Ercolano p. 2191 e il giornale uffiziale agli 11 gennaio di quest’anno (Fiorelli, Docum. Origin. degli scavi di Pompei vol. 1 col. 50), è cristiana senz’alcun dubbio, ma del quarto secolo; onde non fa luogo recarla a soluzione dal quesito. Gli Ercolanesi, che non si avvidero dell’epoca, diedero una dichiarazione poco scientifica, fluttuando tra le croci cristiane, e le così dette croci anzate degli Egiziani, colle quali non è da cercarsi confronto in queste nostre terre. Deve esser quindi riposta tra le suppellettili dei cavatori del secolo quarto; che siccome abbiamo di sopra avvertito, in tutti i tempi cercarono Pompei. Attenderemo adunque che gli scavi si rivolgano a quelle ultime parti di Pompei per vedere, se questa conghiettura è felice.