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ho tratto nell’articolo intorno all’Ambulazione di Pompei. Dopo tale protesta, dico, che io son ben sicuro esservi stati Cristiani in Pompei, siccome non poteva mancarvi un numero di Ebrei in luogo sì centrale di commercio. Preveggo ancora, che si potrà avere più luce in tale quistione, quando perverrassi alle parti della città più ignobili, e verso il Sarno, ove, avrebber dovuto abitare gli Ebrei, ai quali gli Apostoli recavano ordinariamente la buona novella, e per loro mezzo anche ai proseliti, onde si propagava fra gentili la notizia della redenzione. Credo di aver letto su di una parete in lettere greche alcuni nomi evidentemente orientali, ed asiatici si, che possono convenire anche ad Ebrei, ed Ebrei credo indicati nella voce VERPVS, che leggesi in un programma LOLLIVM D.. VERPVS ROGAT, che confronto ad un’epigrafe dipinta: IAM DOCVI FELICES VERPI (cf. Iuven Sat. XIV, v. 99, 104 e lo scoliaste, Marziale VII, ep. 81 XI, ep. 95.); e paragono al fullo, allo studiosus, al pistor, che, come ho detto più avanti, hanno la forza di plurale.

Una lucerna, che gli Ercolanesi dicono scoperta in Pompei nel giorno ultimo di gennaio del 1756 (Antichità di Ercolano p. 2191 e il giornale uffiziale agli 11 gennaio di quest’anno (Fiorelli, Docum. Origin. degli scavi di Pompei vol. 1 col. 50), è cristiana senz’alcun dubbio, ma del quarto secolo; onde non fa luogo recarla a soluzione dal quesito. Gli Ercolanesi, che non si avvidero dell’epoca, diedero una dichiarazione poco scientifica, fluttuando tra le croci