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cristiane, e le così dette croci anzate degli Egiziani, colle quali non è da cercarsi confronto in queste nostre terre. Deve esser quindi riposta tra le suppellettili dei cavatori del secolo quarto; che siccome abbiamo di sopra avvertito, in tutti i tempi cercarono Pompei. Attenderemo adunque che gli scavi si rivolgano a quelle ultime parti di Pompei per vedere, se questa conghiettura è felice.
Culto della Venere in Pompei.
Se le colonie prendevano talvolta un appellativo dalla divinità, che aveva ivi maggior culto, e così Salona denominossi Martia, (Orelli 218), e Squillace Minervia (id. 136); la Venere dovrà dirsi la principal dea dei Pompeiani, perocchè Pompei prende da lei l’appellazione di COLonia VENeria CORnelia. Toglie poi il secondo nome dal dittatore, o dal nipote P. Cornelio Silla, che fu incaricato da lui della deduzione, come i Ligures trasportati nel territorio taurasino dai Consoli Cornelio, e Bebio, si denominarono Ligures Corneliani et Baebiani (v. le mie monumenta Reip. Lig. Baeb.) e Narbone si soprannominò Marcius da L. Marcio Re (Zumpt, Comm. Epigr. p. 313).
Non si può asserire, se questa Venus ottenesse il primo culto tra i Pompeiani ancora oschi, o se vi fosse consecrata dalla colonia militare di Silla: comunque ciò sia, ella vi fu onorata sotto l’appellativo di Venus Physica, e così singolare, e tanto celebre, che