Quel giorno/Il nuovo credo
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III
Il nuovo credo.
Lavorare e produrre, ecco il tuo credo, ecco l'articolo di fede di tutti gli uomini di buona volontà.
Tutte le forze, tutti i mezzi che hai impegnato per colpire a morte il nemico devono per tua volontà trasformarsi ed indirizzarsi all'opera di ricostruzione e di rinnuovamento, ed essere elemento di bene, di prosperità e di progresso.
Tornando a casa tua, al tuo campo, fra i tuoi cari, ripigliando il lavoro ordinario, rientrando nella rombante officina, devi mantenere la personalità e la coscienza che la guerra ti ha dato: non scomparire, non rientrare nel nulla dal quale sei uscito al grido d'allarmi: quella personalità che le sofferenze della trincea ti hanno lentamente costruito e le convulsioni del combattimento ti hanno temprato cosicchè n'è uscito il tuo nuovo carattere; quella personalità che, vecchi, donne e fanciulli, i cittadini tutti hanno riconosciuto ed ammirato piangenti di commozione nei momenti dello sforzo e del dolore, esultati nell'istante della vittoria, non ti è stata tolta collo svestire della giubba che conobbe il Carso, si scolorì nel Trentino, si strappò sul Piave, ma ti è rimasta e la devi conservare come una tua conquista morale, come un tuo patrimonio spirituale che ti deve dare sicurezza e fiducia nelle tue forze e farti tranquillo per il tuo avvenire.
Ricordati che sei pronto ad affrontare, domare e vincere le difficoltà che ti si dovessero opporre sul tuo cammino, per conquistare una vita sicura e comoda per legittimo benessere.
Ma questa forza che la guerra ti ha dato, devi impiegare per il bene della tua famiglia, della tua Patria, di questa Patria della quale saprai sempre mostrarti degno e che vorrai difendere da chiunque ed in qualunque modo volesse recarle offesa, speculando su nobili sentimenti, su tante memorie per turpi fini o per pericolose ambizioni, o per aberrazioni catastrofiche.
«Il paese — diceva Giovanni Jaurés — che non potesse contare nei giorni di crisi in cui la sua stessa vita è in giuoco, sulla devozione nazionale della classe operaia non sarebbe che un miserabile detrito». E Jaurés era socialista e trovava nel concetto di Patria la via per giungere all’Internazionale che rappresentava in sua mente la più grande garanzia della libertà e della indipendenza delle nazioni.
Così pensano e pensarono tutti gli uomini di sana e provata fede democratica ritenendo che l’avvenire del mondo, che la possibilità di miglioramento, di progresso, di superiore civiltà, sia nella unione delle classi, nella loro collaborazione intima e continua, che maturandosi e perfezionandosi rappresenterà sempre più e meglio, una funzione di giustizia, di equità, di prosperità umana.